top-content-generico.jpg

Assistenza dei disabili psichici: trattamenti “part-time”e posti dimezzati a Catania e Siracusa

PALERMO - Le Comunità terapeutiche assistite sono strutture accreditate e convenzionate con il Ssn che da oltre 30 anni si occupano della cura e riabilitazione di soggetti con disturbi psichiatrici.
Esse operano in virtù di ricoveri disposti direttamente dall’Asp di appartenenza.
Le loro origini sono state regolate dalla legge 833/78 a seguito della soppressione dei manicomi.
La prima provincia siciliana che ha dato attuazione alle esigenze di cura dei soggetti dimessi dagli ex ospedali psichiatrici è stata quella di Catania che ha progressivamente istituito 16 strutture (denominate Comunità terapeutiche assistite) che hanno ospitato ed ospitano pazienti inviati da tutte le Asp della regione siciliana ed anche dal resto d’Italia, presto seguita da Siracusa e solo di recente dalle altre Provincie.
L’Assessorato alla Salute ha tuttavia ritenuto, per finalità di risparmio economico, di dover tagliare la spesa sanitaria destinata al trattamento terapeutico riabilitativo dei soggetti psichiatrici emanando con Decreto del 25.4.2012 il cd “piano strategico per la salute mentale” con cui ha ridotto ad un limitato arco temporale il trattamento terapeutico-riabilitativo, trascorso il quale il paziente non ha più alcun diritto al trattamento terapeutico riabilitativo, e ciò automaticamente e senza procedere ad alcuna valutazione medica sullo stato di reale salute del soggetto.
A tali previsioni è stata data piena attuazione con i recenti decreti Assessoriali del 7 gennaio 2014 e 24 febbraio 2014, con cui sono stati ridotti i posti letto delle strutture pre-esistenti destinate a prestazioni di tipo terapeutico-riabilitativo (si tratta delle Cta catanesi e di una del siracusano) (che passano da 40 a 20), prevedendosi altresì per tali strutture convenzionate la trasformazione dei 20 posti letto di tipo terapeutico-riabilitativo in un secondo modulo da 20 posti letto destinato ad erogare solo prestazioni di tipo socio-riabilitativo. Si prevede infine che i pazienti che hanno usufruito di prestazioni di tipo terapeutico-riabilitativo per oltre 72 mesi debbano esser necessariamente dimessi ovvero trasferiti in moduli ove riceveranno da qual momento in poi solo prestazioni di tipo socio-riabilitativo (e quindi non più terapeutico-riabilitativo).
L’Assessorato infine avrebbe stabilito che nelle more delle dimissioni, per i degenti in esubero che si troverebbero ad essere comunque ospitati nel modulo da 20 pl destinato al trattamento terapeutico riabilitativo, l’Asp non dovrebbe più erogare il pagamento della corrispondente retta di degenza, bensì un importo notevolmente inferiore.
Tale situazione pare essere illegittima, come già rilevato dal Tar Palermo che con Ordinanza n° 80 del 23.1.2014 pur ritenendo astrattamente la validità del “piano strategico per la salute mentale” emanato dall’Assessorato (anche perché non specificamente impugnato) ha ritenuto la sussistenza di profili di fondatezza nel ricorso proposto da una di tali strutture, avverso la riduzione unilaterale della retta di degenza operata dall’Asp.
In sostanza, sembra potersi affermare che le Aziende sanitarie territoriali possano procedere solamente alle dimissioni dei pazienti ritenuti (per Decreto) non più bisognevoli di assistenza terapeutico-riabilitativa (affermazione che tuttavia si scontra col diritto alla salute tutelato dall’art 32 Costituzione che imporrebbe una singola verifica medica su ciascun paziente escludendo automatismi di alcun genere), ma in ogni caso che in mancanza di dimissioni sia l’Assessorato che l’Asp non abbiano il potere di ridurre unilateralmente la retta di degenza (retta che è analiticamente parametrata al mantenimento di inderogabili e vincolanti standards di personale, oltre che strutturali).
Ciò ha tuttavia provocato divergenti interpretazioni da parte delle varie Asp territoriali, divergenze che potrebbero accentuarsi a seguito della recente rotazione di incarichi di alcuni direttori generali delle varie Asp territoriali, e provoca sconforto e tensione nell’attività delle strutture convenzionate, che rischiano di vedersi illegittimamente contestato il diritto al pagamento delle rette di degenza. Ma anche i malati psichici siciliani subiscono gli effetti di un simile taglio indiscriminato della spesa sanitaria, poichè è evidente che non si può stabilire “per decreto” che ogni qualvolta il trattamento superi una certa durata vengano meno le esigenze terapeutico riabilitative, dovendosi invece verificare caso per caso da parte di una commissione medica se il paziente sia inseribile in una struttura di livello inferiore, o se permangano esigenze terapeutiche. Sotto tale profilo era certamente più opportuno inserire e mantenere quelle opportune deroghe che invece sono state introdotte a livello nazionale, ove si consideri che nelle linee guida delle “Prestazioni residenziali psichiatriche” emanate dal ministero della Salute (punto 4.1), pur confermandosi la durata massima della degenza, si specifica che la stessa rimane “eventualmente prorogabile nei casi in cui l’equipe curante ne motivi la proroga”.
Il rischio di tale automatismo è molteplice, non solo per la salute dei degenti (che interrompendo il trattamento terapeutico potrebbero facilmente regredire), ma anche per lo stesso auspicato risparmio erariale, ove si consideri che l’eventuale regressione vanifica la spesa sanitaria sostenuta, ed impone di ricominciare da capo, per non parlare dei seri possibili risvolti sociali, in quanto le dimissioni di un soggetto che presenta ancora problemi di ordine mentale mette a rischio l’intera comunità sociale. Un ulteriore questione, riguarda la copertura finanziaria da parte dei comuni, che dovrebbero farsi carico di una parte della retta dell’assistenza socio-riabilitativa (la cd. parte “residenziale”), ma che pare non abbiano alcuna disponibilità finanziaria per far fronte a tali costi. Si tratta come si vede di seri problemi che vanno risolti e che mettono subito alla prova i nuovi direttori generali della sanità regionale.

Carmelo Barreca
Silvio Motta

Contatti

Via: V. Giuffrida, 37
95128 Catania, Sicily - Italy

Tel: +39 095 50 32 63 (Barreca / Motta)

Tel: +39 095 50 77 35 (Scuderi)

Email: info@bsmstudiolegale.it